Montreuil, giovedì 28 aprile 2022
Martedì 26 aprile, ha avuto luogo un secondo incontro tra le delegazioni dell’Unione Popolare (la formazione guidata da Jean-Luc Mélenchon) e del Nouveau Parti Anticapitaliste-NPA.
Abbiamo continuato a discutere gli obiettivi di un accordo per le elezioni politiche previste a giugno: costruire una dinamica elettorale e militante per cercare di ottenere una maggioranza all’Assemblea Nazionale su un programma di rottura con le politiche liberali e pro-capitaliste, nel contesto della minaccia dell’estrema destra e di un nuovo quinquennio che si annuncia distruttivo per le classi lavoratrici. L’Unione Popolare insiste sull’obiettivo della nomina di Jean-Luc Mélenchon a primo ministro, il NPA sulle possibilità di mobilitazioni sociali che potrebbero esistere in questa dinamica per imporre misure favorevoli al nostro campo sociale.
L’Unione Popolare ha proposto che l’Avenir en commun (il programma costruito attorno alla candidatura di Mélenchon alle presidenziali di aprile) costituisca la base programmatica di questo incontro. Siamo d’accordo a difendere tale programma nelle elezioni, come primo passo, anche se il NPA, senza farne un ostacolo ad un accordo, sostiene con convinzione gli slogan per una chiara rottura con il capitalismo che ha presentato durante le elezioni presidenziali a sostegno della candidatura di Phlippe Poutou: reddito minimo a 1800 euro netti, regolarizzazione di tutti i migranti senza documenti, diritto all’autodeterminazione dei popoli, anche nelle colonie francesi, espropriazione dei grandi gruppi capitalisti, in particolare nel settore energetico e bancario… Continuano ad esistere anche disaccordi significativi sulla politica militare o sul ruolo della polizia, ma, di comune accordo, non saranno al centro della prossima campagna.
Infine, siamo d’accordo nel costruire campagne comuni nelle circoscrizioni, così come una direzione pluralista della campagna nazionale. Il NPA è a favore di un accordo con altre forze politiche antiliberiste e con collettivi come “On s’en mêle” (un collettivo di 120 artisti di strada formatisi nel marzo scorso al fine di sostenere la candidatura di Mélencho). Le discussioni precise sulle candidature non sono ancora iniziate nel quadro di questi scambi.
Il giorno dopo questa seconda riunione, c’è stato un incontro tra l’Unione Popolare e il Partito Socialista, ampiamente pubblicizzato dai media. Ci sorprende che le conclusioni pubblicate sulla stampa, e apparentemente condivise, suggeriscano che non ci sono stati “punti di discussione che sembrano insormontabili” con il PS, e che quindi sarebbe possibile che l’accordo nazionale in discussione includa questa organizzazione. Finora, l’Unione Popolare aveva detto che le linee rosse che aveva fissato – la pensione a 60 anni, l’abrogazione della legge sul “separatismo” (che il NPA ritiene profondamente segnata dall’islamofobia) e della legge El Khomri (che ha stravolto il diritto del lavoro) , o la disobbedienza alle regole europee – avrebbero comunque impedito al PS di farne parte.
Sappiamo che il PS, visti i suoi risultati nelle elezioni presidenziali, è terrorizzato dalla prospettiva di perdere i suoi 24 deputati. Tuttavia, non crediamo che il partito che è stato il principale agente del social-liberalismo per 40 anni in questo paese possa diventare da un giorno all’altro una forza di rottura con le politiche liberali e antisociali. E non crediamo che il partito che ha dato aperto la strada a Macron facendolo diventare uno dei ministri centrali degli anni di Hollande sia diventato il partito della lotta contro Macron e il suo mondo…
Più che mai, condividiamo con l’Unione Popolare l’idea di costruire una campagna comune tra forze diverse intorno a candidati di unità per affrontare la destra e l’estrema destra, rompendo con le politiche pro-capitaliste della sinistra. Ma questo può essere fatto solo tracciando un percorso chiaro. Questa è la posta in gioco nelle discussioni dei prossimi giorni.