Comunicato dell’intersindacale del 15 giugno 2023
Dopo 6 mesi di scioperi e una mobilitazione storica per durata e portata delle manifestazioni, il governo ha deciso di imporre la sua riforma delle pensioni impedendo ancora una volta ai parlamentari di votare. Questa nuova negazione della democrazia e i numerosi passaggi forzati, nonostante il massiccio rifiuto della popolazione, lasceranno profonde cicatrici. Proprio ieri, il Consiglio d’Europa ha messo in discussione la notevole ingerenza dell’esecutivo in seguito all’utilizzo dell’articolo 49.3 in Francia.
Questa riforma, respinta da tutti i sindacati dei lavoratori e dei giovani, ha portato a un livello di mobilitazione senza precedenti, raramente visto anche in Europa. Ciò avrebbe dovuto indurre il governo a ritirare il piano. L’esecutivo è stato notevolmente indebolito da questo conflitto, disprezzando la socialdemocrazia e i lavoratori e i giovani che sono ancora in maggioranza contrari a questa riforma. Questo è un fatto grave e solleva interrogativi sulla futura espressione della rabbia sociale.
I sindacati e i manifestanti non sono riusciti a convincere il governo a fare marcia indietro sull’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, ma non stiamo voltando pagina.
Questa riforma inutile, ingiusta e brutale tratta male i lavoratori del settore pubblico e privato e i giovani, imponendo loro 2 anni di lavoro in più. Nelle aziende che non vogliono più assumere lavoratori anziani, uno dei veri problemi avrebbe dovuto essere, e lo è tuttora, quello di mantenerli al lavoro, a cui questa riforma non dà alcuna risposta. Eppure tutti i sindacati avevano presentato proposte che sono state respinte dal governo.
L’esperienza degli ultimi 10 mesi ha dimostrato che l’unità dei sindacati professionali e giovanili su richieste comuni permette di costruire un potere contrattuale.
Come ha fatto l’Intersindacale sulla questione delle pensioni, concentrandosi su ciò che la unisce, ora lavorerà per identificare richieste comuni su ciascuno dei seguenti temi: salari e pensioni, condizioni di lavoro, salute sul posto di lavoro, democrazia sociale, parità di genere, ambiente e condizionalità degli aiuti pubblici alle imprese.
Vogliamo compiere progressi significativi su questi temi, soprattutto nei futuri negoziati.
I prossimi negoziati sulle pensioni integrative dell’Agirc Arrco (la struttura che gestisce le casse di pensioni complementari per i lavoratori dipendenti, ndt) previsti per l’autunno, e quelli sull’indennità di disoccupazione, saranno questioni molto importanti in cui le nostre organizzazioni faranno valere tutto il loro peso.
Per tutti i lavoratori, gli studenti e gli alunni delle scuole secondarie che rappresentiamo, che hanno riposto in noi la loro fiducia, per tutti coloro che hanno manifestato, a volte per la prima volta, e per tutti coloro che si sono uniti ai ranghi sindacali per partecipare a questa lotta, lanciamo un messaggio collettivo: continueremo a sfidare questa riforma pensionistica e a lottare per la giustizia sociale.
La coalizione intersindacale che stiamo costruendo dal luglio 2022 è una forza da tenere in considerazione. Ha già dimostrato la sua capacità di agire insieme attraverso le sue richieste e di mobilitarsi quando necessario.
Questa forza sarà in grado di mobilitarsi nei prossimi mesi per chiedere il progresso sociale e affrontare le politiche di regressione sociale a livello nazionale, anche nel quadro di una manifestazione europea. Nel frattempo, invitiamo i lavoratori di tutto il mondo, insieme ai loro sindacati, a chiedere, negoziare e mobilitarsi per ottenere aumenti salariali.
L’intersindacale tornerà a riunirsi in autunno.
Parigi, 15 giugno 2023
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