L’intersindacale deve assumersi le proprie responsabilità!
Comunicato del Nuovo Partito Anticapitalista (NPA)
Questa seconda fase del movimento può essere considerata in gran parte un successo: il numero di manifestanti continua ad aumentare, sia a Parigi che nelle regioni, raggiungendo i due milioni e mezzo in tutto il paese. In tutte le città il movimento si sta costruendo e sviluppando, sia nel settore pubblico che in quello privato, anche se in alcuni settori le percentuali di sciopero sono un po’ più basse rispetto al 19, il che si spiega con la strategia di prendere permessi senza retribuzione piuttosto che scioperare per durare.
Tale successo si percepisce nelle decisioni prese dall’intersindacale in merito alla continuazione del movimento. Mentre nei giorni scorsi la CFDT sembrava non voler indire una nuova giornata di sciopero per concentrarsi su una manifestazione nel fine settimana, l’intersindacale chiede ora due giorni di mobilitazione, di cui uno durante la settimana – martedì 7 e sabato 11 febbraio. Sebbene sia una buona notizia e questo calendario ci permetta di continuare a costruire lo sciopero, dobbiamo comunque sottolineare che in questa fase rimane incompleto. Solo una visione strategica complessiva per il prossimo confronto ci permetterà di superare le difficoltà del movimento, che persistono.
In effetti, possiamo notare che se il livello di mobilitazione in strada è molto importante, il livello di organizzazione degli scioperanti a livello locale, la tenuta delle assemblee generali, il coordinamento tra le diverse forze, in una parola il livello di auto-organizzazione, rimane agli inizi. Molti fattori possono spiegarlo: la rottura forzata della continuità dei legami sociali che il Covid ha prodotto, la perdita dei riflessi militanti associati, più in generale la debolezza delle strutture organizzative militanti e, ancora più ciclicamente nelle grandi città, lo sciopero dei trasporti che rende difficile recarsi sul posto di lavoro per organizzarsi. Tuttavia, la questione sarà decisiva per il proseguimento del movimento: per aggregare i colleghi che non hanno ancora aderito alla mobilitazione, in particolare elaborando rivendicazioni locali, per decidere collettivamente sul proseguimento del movimento, ecc.
Per alcuni, questo basso livello di auto-organizzazione giustifica un calendario distanziato di appelli alla mobilitazione. Ma è esattamente il contrario: poiché assistiamo sia a un alto livello di determinazione nello scontro, come dimostrano i numeri delle manifestazioni, sia a un basso livello di auto-organizzazione che si traduce in una forma di disorganizzazione, abbiamo tanto più bisogno di un piano d’attacco articolato e chiaro, che solo potrà immettere nel movimento chi esita e dare a tutti noi prospettive per il futuro! A questo proposito, se è positivo avere “due” date, il 7 e l’11, dobbiamo porci il problema di cosa fare tra le due. Dobbiamo spiegare che solo un movimento che continua a crescere, a costruirsi, a bloccare realmente l’economia, sarà in grado di far indietreggiare il governo. E questo comporterà necessariamente un prolungamento dello sciopero. D’ora in poi, localmente dove siamo, nelle assemblee generali a cui partecipiamo, dobbiamo sostenere e fare nostro il calendario proposto dai ferrovieri per tornare a scioperare da mercoledì 8, anche se in alcuni settori è chiaro che lo sciopero non sarà possibile da quella data.
Naturalmente, dobbiamo evitare di esaurire i settori più determinati nel proseguimento se il resto del movimento non lo segue. Per questo dobbiamo fare pressione sull’intersindacale affinché raccolga l’appello per per il prolungamento dello sciopero. Dobbiamo uscire da una situazione in cui l’intersindacale aspetta che il vapore si accumuli alla base e in cui i settori più determinati aspettano un segnale chiaro dall’intersindacale per partire davvero. È certo che il prolungamento non si costruirà solo a livello locale: sarà il risultato di un’interazione tra la determinazione di alcuni settori che stanno facendo pressione e un chiaro richiamo dell’intersindacale, che da solo sarà in grado di dare fiducia e di mettere tutti in battaglia.
Il NPA, come partito, in questa fase chiave della mobilitazione, non si accontenta di fare il commentatore del movimento, indicandone i punti di forza e di debolezza: dobbiamo essere una forza di iniziativa e cercare di agire, al nostro livello, proponendo una strategia per vincere. In questo senso, i nostri portavoce devono continuare a prendere una posizione chiara a favore del prolungamento nei media e a proporre il calendario di lotta indicato dai ferrovieri, non in modo vago ponendo la questione del prolungamento, ma concretamente, dicendo che è stato presentato un calendario e che l’intersindacale deve recepirlo. Allo stesso modo, potremmo immaginare di organizzare un grande meeting centrale del NPA la prossima settimana per il prolungamento dello sciopero aperto a tutti i settori in lotta. Questo ci permetterebbe di apparire a pieno titolo nella mobilitazione, di fungere da portavoce delle lotte e di difendere il nostro asse strategico centrale. Questa idea non esaurisce le altre: la cosa più importante è provare!
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