di Fabrizio Ortu
Le prossime elezioni politiche del Regno Unito saranno trasformate in un “referendum di fatto” sull’indipendenza della Scozia. È l’annuncio della premier scozzese, Nicola Sturgeon, dopo la decisione della Corte Suprema britannica di negare al Parlamento di Edimburgo il potere di convocare in modo autonomo da Londra una nuova consultazione dopo la sconfitta di misura del 2014.
Secondo una recente pronuncia della Corte, infatti, il Governo scozzese non può convocare un referendum per l’indipendenza senza il consenso di Westminster. E prima Boris Johnson e ora il nuovo premier Rishi Sunak non hanno la minima intenzione di concedere al popolo scozzese la possibilità di decidere democraticamente sulla permanenza nel Regno Unito.
Ora il piano dello Scottish National Party, al governo a Edimburgo, è continuare la battaglia per l’autodeterminazione e di trasformare le prossime elezioni politiche in una nuovo “referendum di fatto”.
Ma la sinistra anticapitalista scozzese, e in particolare lo Scottish Socialist Party, criticano la direzione “elettoralistica” di Surgeon e propongono una nuova strategia per il movimento indipendentista scozzese. “Solo un movimento di massa da parte della classe lavoratrice – si legge in un tweet firmato SSP – con un programma che preveda significativi cambiamenti sociali potrà permettere di uscire da questa situazione di stallo e ci condurrà all’indipendenza”.