di Henrique Canary, da esquerdaonline.com.br
È bastato che Bolsonaro rompesse il silenzio e tenesse un discorso ai sostenitori venerdì 9 dicembre perché si scatenasse il caos nella capitale Brasilia. I suoi soliti luoghi comuni come “Siete voi a decidere il mio futuro (…)” e “Tutto si risolverà a tempo debito” hanno sortito l’effetto desiderato e, ieri sera, una nuova iniziativa golpista è stata messa in pratica.
Centinaia di fanatici bolsonaristi hanno seminato il terrore nella capitale federale poco dopo che il ministro Alexandre de Moraes ha ordinato l’arresto del capo degli Xavante, il cachique José Acácio Serere, per un periodo di dieci giorni, con il sospetto di aver minacciato di aggredire e perseguitare il presidente eletto. Il capo Serere, come è noto, è un habitué degli atti di violenza in difesa di Bolsonaro. Il 2 dicembre, insieme a un gruppo di sostenitori, ha invaso la sala partenze dell’aeroporto internazionale di Brasilia per chiedere l’arresto di Lula. Serere ha già comandato invasioni di centri commerciali, proteste negli alberghi, sulla Spianata dei Ministeri e chiusure di strade. Inoltre, esorta costantemente i suoi seguaci su Internet a compiere azioni violente contro Lula e il PT.
Nella sua ordinanza, Alexandre de Moraes ha giustificato: “Limitare la libertà degli indagati, con il decreto di arresto temporaneo, è l’unica misura in grado di garantire l’igiene dell’indagine sugli atti antidemocratici”. L’arresto è stato ordinato su richiesta della Procura Generale, che ha sostenuto: “La manifestazione, in teoria criminale e antidemocratica, è stata rivestita con il chiaro intento di istigare la popolazione a tentare, con l’uso della violenza o di gravi minacce, di abolire lo stato di diritto democratico, impedendo l’insediamento del presidente e del vicepresidente eletti della Repubblica”.
Serere è stato portato in sicurezza e secondo tutti i protocolli stabiliti dalla legge alla sede della Polizia Federale di Asa Norte, vicino al centro di Brasilia. La moglie ha immediatamente lanciato un appello ai sostenitori sui social media: “È stato portato via brutalmente dalla Polizia Federale, davanti ai miei figli. Chiedo aiuto agli avvocati per farlo uscire di prigione”. Così, centinaia di teppisti hanno iniziato ad arrivare sulla scena gridando “Liberate l’indio!” e hanno cercato di invadere l’edificio. C’è stato uno scontro e gli agenti della Polizia Federale hanno reagito con proiettili di gomma e bombe lacrimogene. Le azioni terroristiche si sono poi estese a varie regioni del centro città. Auto, cassonetti della spazzatura e autobus sono stati bruciati e diverse strade sono state bloccate. Migliaia di lavoratori che tornavano dal lavoro dalla stazione degli autobus di Brasília sono stati interrotti dall’azione di gruppi di teppisti, molti dei quali indossavano l’ormai tradizionale maglietta della nazionale di calcio.
Secondo tutti i resoconti, la Polizia militare ci ha messo molto ad agire e quando l’ha fatto è riuscita nell’incredibile impresa di non arrestare nessuno. La Segreteria di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale si è limitata a rafforzare la sicurezza intorno all’hotel in cui si trovano Lula e Alckmin e a rilasciare comunicati in cui si affermava che la situazione stava tornando alla normalità.
Quello che abbiamo visto ieri, in generale, è stato un blackout delle agenzie di sicurezza, soprattutto federali, che non affrontano mai i bolsonaristi per il semplice fatto che esse stesse sono piene di questo tipo di elementi. Alla fine della giornata, il ministro della Giustizia Anderson Torres è intervenuto su Twitter (vedi qui a lato) per tranquillizzare gli internauti, senza però fare alcun riferimento alle misure di repressione: “Dall’inizio delle manifestazioni a Brasilia, il ministero di Giustizia, attraverso la Polizia federale, si è mantenuto in stretto contatto con il Dipartimento di sicurezza di Brasilia e il governo di Brasilia, al fine di contenere la violenza e ripristinare l’ordine. Tutto sarà indagato e chiarito. La situazione si sta normalizzando”.
Flavio Dino, futuro ministro della Giustizia del governo Lula, è dovuto intervenire nella situazione e ha articolato alcune iniziative con il Governo del Distretto Federale e la Sicurezza Presidenziale. L’ex governatore del Maranhão ha dichiarato: “Il governo federale rimane in silenzio di fronte a questa assurda e grave situazione. Non abbiamo ancora la penna in mano, sto parlando con Ibaneis, governatore del Distretto federale di Brasilia, con Andrei Passos, futuro direttore della Polizia Federale, con la Segreteria di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale, ma il governo federale deve dare risposte”. Quando gli è stato chiesto di parlare con i rappresentanti del governo Bolsonaro, non ha potuto nascondere la sua irritazione: “Non parlo con i golpisti”.
L’intero caso è un’importante dimostrazione della forza del bolsonarismo e probabilmente servirà da modello per altre azioni violente prima, durante e dopo l’insediamento di Lula. È dimostrato che chi agisce violentemente contro lo stato di diritto, purché lo faccia a favore di Bolsonaro, non sarà punito. Sono liberi di incendiare la città e di postare sui social network perché la linea delle agenzie di sicurezza continua a essere quella di non affrontare la violenza degli estremisti di destra. Dal nostro punto di vista, la risposta al fascismo passa attraverso la mobilitazione di massa, eliminando il monopolio del fascismo sulle strade. Questa è la migliore possibilità che abbiamo per resistere ai tentativi di colpo di stato.
Coloro che si disinteressano dell’accaduto, dicendo che si tratta di una minoranza poco importante o che l’incidente non ostacola in alcun modo i riti democratici, dovrebbero pensare più a medio e lungo termine. Il bolsonarismo è alla ricerca di un nuovo volto dopo la sconfitta elettorale del 30 ottobre. I media mainstream pensano che il fascista voglia guidare un’opposizione ampia e diversificata. Ma forse non è così. Non è escluso che Bolsonaro adotti la tattica che gli ha garantito il raggiungimento del secondo turno: invece di allargarsi fin dall’inizio, potrebbe preferire mantenere il suo zoccolo duro eccitato e mobilitato, e solo successivamente raggiungere i settori più moderati. Se questo sarà confermato, ci aspettano giorni duri, con molto caos e violenza, e con la compiacenza degli organi di repressione. La grande borghesia e una parte importante della società brasiliana hanno normalizzato e naturalizzato il fascismo come attore fedele del gioco politico. Con ciò, speravano di addomesticarlo. Ma forse il fascismo ha altri piani.
Ecco alcune immagini dei danni lasciati dai bolsonaristi nella capitale del paese. Foto di Scarllet Rocha
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