Il carovita è certamente una delle emergenze del momento. E lo è non solo in Italia, ma in tutta Europa. Ne abbiamo parlato a più riprese.
In particolar modo abbiamo segnalato l’iniziativa che si sta sviluppando in Francia, a partire dalla giornata di sciopero e di lotta di tutte le categorie indetta da numerose organizzazioni sindacali per il 29 settembre, nella quale sarà al centro la difesa dei salari e delle pensioni dal pesante costo dell’inflazione. C’è anche in campo la proposta di una marcia unitaria della sinistra sociale e politica contro la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni.
E abbiamo segnalato le iniziative che in Gran Bretagna, vista l’incremento vertiginoso delle bollette del gas e dell’elettricità che anche là si sta registrando, si stanno organizzando a partire dal movimento del Don’t Pay che ha raccolto quasi 200.000 adesioni (l’obiettivo è quello di raggiungere il milione), attorno a due semplici slogan: la riduzione delle bollette energetiche a un livello accessibile, la sospensione dei pagamenti se le bollette resteranno così alte.
E’ proprio sull’esempio del movimento inglese che è nata la settimana scorsa anche in Italia un’iniziativa analoga che, pur se sommersa dal fragore mediatico della campagna elettorale, ha già raccolto circa 5.000 adesioni su un appello pubblicato sul sito nonpaghiamo.it.
Le/gli attiviste/i che hanno lanciato l’iniziativa puntano alla costruzione di un movimento popolare di “disobbedienza economica”. Anche qui l’obiettivo è quello di raccogliere un milione di adesioni. Per farlo si stanno organizzando coordinamenti territoriali, su base regionale. Finora le regioni che hanno risposto sono il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, la Campania, la Calabria e la Sicilia. Questi coordinamenti regionali si sono dotati ciascuno di un canale Telegram che comunque fa capo ad un canale Telegram nazionale nel quale vengono comunicate e condivise le iniziative di propaganda e di sensibilizzazione prese nei vari territori.
Ad esempio, il “movimento dei disoccupati 7 novembre” di Napoli che il 2 settembre, durante una clamorosa iniziativa a Piazza Matteotti, aveva pubblicamente bruciato le astronomiche bollette, ha aderito assieme ad altre associazioni e compagne/i al movimento nonpaghiamo.it e ha già comunicato due iniziative, una per il 21 di fronte alla sede dell’Eni di Napoli e un’altra per il 23, in coincidenza con il Global Strike organizzato a livello internazionale da Fridays for Future.
A Roma si è svolta sabato 17 un’assemblea pubblica a Via dei Latini. Altre iniziative sono in preparazione in altre città, di cui renderemo conto in questo sito.
La giornata del 23, che vedrà la concentrazione di manifestazioni contro la crisi climatica e delle iniziative di chiusura della campagna elettorale, sarà un’importante occasione per rilanciare con diffusione di volantini e di materiale propagandistico la costruzione del movimento.